Bonus pubblicità per imprese, lavoratori autonomi, PMI e startup innovative. In attesa del decreto attuativo vediamo cos’è e come funziona

Bonus pubblicità per imprese, lavoratori autonomi, PMI e startup innovative. In attesa del decreto attuativo vediamo cos’è e come funziona

Il bonus pubblicità, introdotto con l’articolo 57-bis del decreto-legge 24 aprile 2017, n. 50,  convertito con modificazioni dalla legge 21 giugno 2017, n. 96 e ancora in attesa di decreto attuativo atto a disciplinarne tutti gli aspetti non direttamente regolati dalla legge, comprese le procedure operative che sono state definite con l’Agenzia delle Entrate, prevede la possibilità per lavoratori autonomi, professionisti ed imprese di poter fruire per il 2018 di un nuovo credito d’imposta per gli investimenti pubblicitari incrementali programmati ed effettuati sulla stampa (giornali quotidiani e periodici, locali e nazionali, anche on-line) e sulle emittenti radio-televisive a diffusione locale.

Il credito di imposta si applica per investimenti che superino almeno dell’1% l’ammontare degli analoghi investimenti pubblicitari effettuati l’anno precedente sugli stessi mezzi di informazione.

Il bonus pubblicità è quindi un credito di imposta che spetterà nella misura del 75% del valore incrementale per imprese e lavoratori autonomi e del 90% del valore incrementale per PMI, microimprese e startup innovative.

Il credito d’imposta liquidato potrà essere inferiore a quello richiesto nel caso in cui l’ammontare complessivo dei crediti richiesti con le domande superi l’ammontare delle risorse stanziate. In tal caso, si provvederà ad una ripartizione percentuale delle risorse tra tutti i richiedenti aventi diritto.

Sono escluse dal credito d’imposta le spese sostenute per l’acquisto di spazi destinati a servizi particolari; ad esempio: televendite, servizi di pronostici, giochi o scommesse con vincite di denaro, di messaggeria vocale o chat-line con servizi a sovrapprezzo.
Le spese per l’acquisto di pubblicità sono ammissibili al netto delle spese accessorie, dei costi di intermediazione e di ogni altra spesa diversa dall’acquisto dello spazio pubblicitario, anche se adesso funzionale o connesso.

Il credito d’imposta del bonus pubblicità è utilizzabile esclusivamente in compensazione tramite modello F24 e si richiede tramite comunicazione telematica su apposita piattaforma dell’Agenzia delle Entrate.